Tutta la terra del nostro silenzio

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Incontro con Alda Merini
di Massimo Cotto

“Come scrivo nel chiudere questo piccolo grande libro, al quale tengo molto, lei non è stata la poetessa che ha cantato il dolore degli esclusi: Alda Merini è stata colei che l’ha sentito”.

ZONA | pp. 76 | ISBN 9788864386751

Descrizione

Molti sono i piccoli grandi doni che Massimo Cotto e Alda Merini, la Musa dei Navigli, porgono al lettore da queste pagine, che sono più di un colloquio tra due personaggi di primo piano della cultura italiana, figli di mondi ed esperienze molto diverse. Sono una riflessione profondissima e universale sulla vita, l’amore e la poesia, che nasce dalla paziente, reverente, affettuosa curiosità dell’intervistatore, uomo di musica e spettacolo, e dal genio inesauribile dell’intervistata, donna portentosa, sacerdotessa, profeta, la cui voce è – in sé – poesia e musica.

Era un piovoso pomeriggio del dicembre 2008. Il Naviglio splendeva come una stella in cima all’albero di Natale”.

Massimo Cotto entrò quel pomeriggio, in punta di piedi, in casa di Alda Merini: “più che una casa, un rifugio dalla tempesta della banalità. Volevo conoscere una delle più grandi scrittrici del Novecento, la cui poesia è sempre stata vicina alla musica e alla forma canzone che amo, nonché autrice di versi che – allo stesso modo di una canzone di Springsteen – mi hanno salvato la vita: A me piacciono gli anfratti bui/ delle osterie dormienti/ dove la gente culmina nell’eccesso del canto”.

Per tutta la durata dell’incontro alternò infiniti registri: quello della burattinaia di parole che ti prende in giro in continuazione, quello serio di chi ti consegna frasi scolpite nella pietra, quello disincantato di chi accetta la propria genialità come dono ma anche dannazione”.

Tutto il resto non si può riassumere né raccontare: va solo letto, nel religioso silenzio dello sguardo.

Siamo quasi pronti per iniziare. Mancano pochi minuti. Alda Merini adesso mi guarda, senza parlare, con il suo strano sorriso dipinto sulla faccia. Gli occhi sono di bambina che si diverte. Le dico, mentre le sistemano il microfono:
“Guardi, non glielo dico per farle piacere, ma a me quei versi ‘A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti dove la gente culmina nell’eccesso del canto’ hanno davvero cambiato la vita”.
“Allora ha proprio avuto una vita di merda. Pensavo di essere io quella messa male”.
Rido.
“Comincio a pensare che a parole vincerà sempre lei”.
“È naturale. Sono Alda Merini. Lei no”.

Massimo Cotto. Voce radiofonica tra le più note e amate: 20 anni in Rai, quindi Radio 24, Radio Capital e – dal 2012 – Virgin Radio. Autore per la tv (Sanremo, Castrocaro, Rock Cafè, The Voice…) e per il teatro (Rock Bazar, Chelsea Hotel, All’ombra dell’ultimo sole e Da quando a ora in scena, scritto con Giorgio Faletti), giornalista professionista (ha diretto Rockstar e lavorato per le principali testate italiane e straniere), ha scritto, curato o tradotto oltre 60 libri a carattere musicale. E’ presidente di Area Sanremo e della Giuria di qualità del contest 1M del Primo Maggio. E’ stato anche assessore alla cultura, palio e pari opportunità di Asti, la sua città natale, ed è tifoso del Toro.