Storia del genere umano

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di Giacomo Leopardi
Con un saggio introduttivo di Alessandra Aloisi

Composta nei primi mesi del 1824, la Storia del genere umano è la prima delle Operette morali e rappresenta, nelle intenzioni dell’autore, un vero e proprio proemio a tutta la raccolta.

ZONA | libro pp. 60 | ISBN 9788864383491

Descrizione

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Sorta di «riscrittura profana» del libro della Genesi, questa operetta è altresì un compendio in forma mitologica della filosofia leopardiana, in cui si raccolgono e da cui si irradiano molti dei temi trattati nello Zibaldone. Vi si assiste alla completa cancellazione, se non addirittura al palese ribaltamento, dell’ottica cristiana: scompare ogni idea di colpa o di peccato e il leitmotiv che tiene insieme la storia dell’umanità non è più la cattiveria, ma l’infelicità, pensata come condizione universale e necessaria.

La Storia del genere umano prende avvio con una sovrapposizione, di sapore quasi vichiano, tra storia dell’uomo e storia dell’umanità, secondo uno svolgimento che va dalla fanciullezza alla maturità. I primordi del genere umano vengono immaginati come uno stato di vera e propria infanzia, in cui tutti gli uomini nascono allo stesso tempo e sono tutti bambini. Il cielo e la terra avevano al tempo un aspetto molto diverso rispetto a oggi: il paesaggio era meno bello e variegato, e ciononostante gli uomini-bambini che si aprivano alla sua contemplazione erano più felici di noi perché, pieni di meraviglia e ignari dei confini reali delle cose, potevano lasciare campo libero all’immaginazione e figurarsi che la terra e il cielo fossero infiniti, capaci di ospitare ogni desiderio, ogni speranza di felicità. Nell’adolescenza, visto che nessuna delle aspettative si realizzava, gli uomini, presi da inquietudine, si mettevano a viaggiare, nella speranza di trovare altrove soddisfazione ai propri desideri. Ma non tardavano a rendersi conto che la terra era molto meno estesa di come avevano creduto e che tutti i luoghi si assomigliavano tra loro…

Le Operette morali sono ventiquattro componimenti scritti tra il 1824 e il 1832 in cui Leopardi mette in scena – sotto forma di prose e dialoghi che hanno per protagonisti personaggi storici o di fantasia, figure allegoriche o di derivazione mitologica – i temi più importanti della sua filosofia: il rapporto dell’uomo con la storia e con la società, il confronto tra i grandi valori del passato e l’inaridimento del presente, il contrasto tra la forza delle illusioni e la potenza onnipervasiva della noia, l’infelicità di tutti i viventi di fronte all’indifferenza della Natura. Benché scritte con divertita ironia e «leggerezza apparente», le Operette morali si rivelano, nelle parole dello stesso autore, «un libro di argomento profondo e tutto filosofico e metafisico» in cui non mancano impennate liriche e momenti di sublime poesia.

Giacomo Leopardi, poeta, filosofo, scrittore e filologo nato a Recanati nel 1798, è ritenuto il maggiore poeta italiano del XIX secolo ed è tra le voci più significative del Romanticismo europeo. Morì a Napoli nel 1837.