In viaggio con i Litfiba – ebook

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Di Bruno Casini

Nasce la new wave fiorentina, nasce il gruppo rock che rivoluzionerà la scena musicale degli anni Ottanta. Sarà una grande avventura sonora, l’inizio di un “sogno ribelle”.

ZONA Editrice | ISBN 9788864389189

Descrizione

Con interventi originali, foto celebri e documenti inediti…

Firenze, 1980. Da diversi mesi in via de’ Bardi 32 funziona un ritrovo di musicisti, ci passano varie formazioni. La cantina è sotto un palazzo antico, austero, gotico. Forte odore di muffa, umidità, ma anche di rivoluzione e rock barricadero. A fine estate circola voce che in quella cantina sta provando un nuovo gruppo, è il chitarista Ghigo Renzulli lo straordinario motore del progetto: aderiscono il bassista Gianni Maroccolo, il batterista Francesco “Checco” Calamai, il tastierista Antonio Aiazzi e il funambolico vocalist Piero Pelù. Il 6 dicembre 1980 nascono ufficialmente i Litfiba. Su questa data si è giocato molto: chi diceva fosse l’8 dicembre (l’infausto giorno della morte di John Lennon) chi l’11, ma è sabato 6 dicembre 1980 alle ore 22 alla Rokkoteca Brighton di Settignano l’inizio della grande avventura dei Litfiba nella prateria della musica italiana.

La prima esibizione dei Litfiba è rumorosa, tutti hanno addosso un’energia pazzesca, una grinta animalesca che trova la sua lancia in Piero. Gioca con la sua gestualità sincera, è un mimo contemporaneo arrivato da un altro pianeta, il grande trascinatore, il pifferaio magico, nervoso, carico. Impressiona, spiazza, sconvolge. Ghigo Renzulli ripete “occhio alle casse”, una sta per cadere, Aiazzi per reggerla suona con una mano sola. Nasce la new wave fiorentina, nasce il gruppo rock che rivoluzionerà la scena musicale degli anni Ottanta. Sarà una grande avventura sonora, l’inizio di un “sogno ribelle”.

Bruno Casini ch’è stato il primo manager dei Litfiba, giornalista, scrittore, promoter e direttore artistico di importanti festival e raduni musicali – entra negli anni Ottanta dalla porta di quella cantina di via de’ Bardi 32, per raccontare a quasi trent’anni dalla nascita la storia della band toscana, la cui formazione originaria si è sciolta nel 1999. E’ una storia di viaggi, emozioni e canzoni, palchi, concerti e risate, ma anche fatica, sudore e passione. Da osservatore assolutamente privilegiato – e legato com’è da antica amicizia a tutti i componenti dei Litfiba – Casini rievoca i primi, favolosi anni di carriera della band raccontandoli in prima persona, insieme a tutti quegli eventi e artisti e tendenze che hanno fatto di Firenze, in quel decennio, una vera e propria capitale europea della musica. Come testimonia la discografia consigliata in appendice.

Completano l’affascinante racconto di Bruno Casini le testimonianze dirette di Piero Pelù, Antonio Aiazzi, Francesco “Checco” Calamai, Gianni Maroccolo, Ghigo Renzulli, Pierfrancesco Pacoda, Vincenzo Striano, Pier Pierucci, Pina Izzi, Gianni Pini, Massimo Luconi, Roberto “Orsetto” Orzali, Giampiero Bigazzi, Nicola Vannini, Cesare Dagliana, Cosimo Cadore, Derno Ricci (scomparso di recente), Luca Doni, Giovanni Ballerini, Renzo Franchi, Claude Guyot, Simona Capecchi, Giordano Sangiorgi, due interviste “d’epoca” a Piero Pelù, una galleria di immagini di Cesare Dagliana, Lucia Baldini e Maurizio Berlincioni, le riproduzioni di tre rarissime locandine “home-made” delle primissime esibizioni e una cronologia completa di tutti i concerti e tour dei Litfiba dal 1980 al 1985.

“Ancora oggi la porta di quella cantina è ritrovo e bersaglio di scritte, frasi, messaggi, slogan, saluti, appuntamenti, amori, avventure, presenze di migliaia di fan che hanno amato e continuano ad amare quel grande gruppo e che sperano prima o poi di rivederli su un palco. Tutti gli anni i muri e la porta della cantina vengono ripuliti ma dopo pochi mesi le scritte ritornano, implacabili, non si può cancellare il ricordo (…). Passano inverni, estati, primavere e autunni, trovi sempre qualcuno di fronte a quella porta che vuole tornare indietro nel tempo. Muri consumati dai ricordi, muri pieni di storie, muri che vogliono raccontare, muri poetici, i muri della memoria rock”.