Frammenti da zone soggette a videosorveglianza

0 out of 5

12,00

poesie di Mauro Barbetti
Note di Cetta Petrollo e Lidia Riviello

Silloge vincitrice sezione inediti del Premio Nazionale Elio Pagliarani 2020

ZONA | libro pp. 80 | ISBN 9788864389646

Leggi la recensione di Alessio Alessandrini su Arcipelago Itaca >>>

Descrizione

Leggi l’estratto, assaggia il libro >>>

Questa silloge poetica tenta di ridurre ai minimi termini l’invasività dell’io lirico in quanto portatore di bisogni e istanze personali. Per operare questa riduzione, l’autore è partito da un artificio letterario: ha immaginato un occhio freddo, lucido, razionale che osservi la realtà senza parteciparvi, l’occhio delle apparecchiature di videosorveglianza. Ha cercato un oggetto di investigazione, un topos (nel nostro caso, Pisa) per l’autore affettivamente neutro e visionato centinaia di inquadrature da Google Street per selezionare immagini e situazioni riprese delle videocamere di sorveglianza della città. Su queste ha costruito un paesaggio urbano che non ha nulla della cartolina: i luoghi scelti sono per lo più anonimi o poco turistici, a parte pochissime eccezioni raccolte da una prospettiva laterale e sghemba. La città finisce per somigliare a qualsiasi altra città occidentale in cui l’elemento umano, visto da questo occhio meccanico inserito in un’ottica temporale diversa dalla nostra, è proprio quello che più si mostra con caratteri di transitorietà e non necessità. Il libro comprende anche la sezione Serie di fermo-immagini, che conferma l’intenzione di costruire un’estetica dello sguardo inquadrando, con tecnica simile a quella fotografica, istantanee di vita, conservando e congelando l’attimo di una visione in movimento in dato permanente e statico.

Davanti stanno mura
Una lucertola
sale al sole
un’ombra opposta scende
fino a fine in-
quadratura (h. 18:39)

Paesaggio cittadino e paesaggio interiore fanno frizione fra di loro attraverso un uso pagliaranesco della rima e le sequenze, che nella sezione finale si confinano all’interno dei passaggi domestici, ci immergono in un’impietosa, ma mai algida e tanto più graffiante, fotografia della nostra oramai mutante umanità”. (dalla nota di Cetta Petrollo)

Si sfinisce e si installa una nuova lingua con questa poesia: la lingua delle videosorveglianza, lingua che distrae dall’assenza e all’assenza torna come linguaggio, che si ripensa continuamente al presente con pulsioni intellettive molto forti, ma mai preponderanti o programmatiche, che sembrano avere come obiettivo quello di far fare all’immagine (con la lingua) quello che la lingua non riesce a fare all’immagine”. (dalla nota di Lidia Riviello)

Questa silloge poetica ha vinto la sezione inediti della VI edizione del Premio Nazionale Elio Pagliarani 2020: «La motivazione che ci ha convinti a scegliere questa raccolta risiede nella certezza che l’autore sappia ormai – senza condizionamenti, epigoni così stringenti o perlomeno condizionanti (pur risentendo, fortunatamente, di una personale lettura ritmica, materica e politica di Pagliarani) – costruire con brillante chiarezza il fotogramma di ogni esperienza della lingua, e anche decostruirla, lasciando però intatto il testo che è telecamera esso stesso della nostra condizione di vigliati».

Mauro Barbetti è nato, vive e lavora nelle Marche come docente di inglese. Ha pubblicato le raccolte in versi Primizie ed altro (La scuola di Pitagora, 2011), Inventorio per liberandi sensi (Limina Mentis, 2013), Versi laici (Arcipelago Itaca, 2017) e Retro Schermo (Tempra, 2020). Ha tradotto in italiano i poeti inglesi John Berryman e Keith Douglas. Suoi testi sono su Poetarum Silva, la Recherche.it, Poesia ultracontemporanea, Argonline e Versante Ripido. Fa parte della redazione del blo-mag e casa editrice Arcipelago Itaca.