Descrizione
In questo pregevole saggio l’autrice analizza il metodo di lavoro di Fabrizio De André, che trova nella tradizione un essenziale e irrinunciabile punto di riferimento, con un’importante avvertenza: “La tradizione non è mai, per De André, qualcosa da difendere, da conservare e da tramandare così com’è, ma qualcosa di cui è necessario, innanzitutto, appropriarsi a fondo, e che bisogna poi contribuire a inventare e reinventare, garantendone così non la mera sopravvivenza, ma la vera e propria vita”.
“Vera e propria vita” è sicuramente quella che Fabrizio De André è riuscito a infondere – proprio grazie al suo intelligente e accorto rapporto con la tradizione – nelle sue canzoni, che sono patrimonio trasversale di numerose generazioni, fino a quelle più giovani, che hanno scoperto il cantautore solo dopo la sua scomparsa.
“A fare di De André un artigiano è soprattutto il suo metodo di lavoro fondamentalmente collaborativo, il quale rimanda, non a caso, alla pratica della bottega, dove l’opera viene realizzata collettivamente da apprendisti e maestro e dove il ruolo di quest’ultimo consiste più che altro nel filtrare e nel convogliare i diversi apporti per dare vita a un insieme coerente e originale. (…) una tale pratica di lavoro non può che presupporre una concezione dell’arte di matrice inequivocabilmente pre-romantica, in cui il primato spetta non tanto all’autore, quanto all’opera stessa”.
Martina Vavassori è nata a Bergamo nel 1991. Dopo la laurea triennale in Lingue e Letterature straniere, conseguita alla Statale di Milano nel 2014, ha proseguito gli studi all’Università di Bologna e, nell’ambito del programma Erasmus+, alla Leibniz Universität di Hannover. Si è laureata in Letterature moderne nel marzo del 2017 a Bologna.