Hotel Supramonte. Fabrizio De André e i suoi rapitori

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19,00

di Raffaella Saba

Il sequestro, la prigionia, le trattative, i personaggi, i retroscena, le vicende giudiziarie, le canzoni

ZONA | pp. 160 | ISBN 9788889702734

Descrizione

“Mi sento più contadino che musicista. Questo è il mio porto, il mio punto d’arrivo. Qui voglio vivere, diventare vecchio…”. (Fabrizio De André)

Fabrizio De André scelse la Sardegna come luogo di vita, non solo di vacanza, perché se ne sentiva figlio. Amava la sua natura atavica, gli orizzonti illimitati, i profumi e i colori intensi, ma anche quella povertà millenaria che a volte induce forme di criminalità tristemente originali. Perché – come una “janas” dal duplice volto, mezza strega e mezza fata – l’isola incantata è anche la terra matrigna del “banditismo sardo”. Lì Faber venne sequestrato insieme a Dori Ghezzi il 27 agosto 1979. Restarono prigionieri centodiciassette giorni. Da quella esperienza il cantautore genovese seppe trarre e trasmettere una grande lezione, artistica e di vita. In questo libro si racconta quella storia: il sequestro, la prigionia, le trattative, i personaggi, i retroscena, le vicende giudiziarie, le canzoni che ne hanno reso lo spirito. E la Sardegna , i suoi banditi, i rapimenti più famosi.

A diversi anni dalla morte, le iniziative per non dimenticare Fabrizio De André sono sempre tante, come tante sono le sfaccettature della sua opera ancora da scoprire. Lo si conosce come cantautore, poi lo si scopre narratore. Il suo scegliere di essere contadino, l’amore per la natura e per una terra come la Sardegna ha ancora bisogno di approfondimenti. Partendo dalla passione per colui che ha accompagnato con la sua musica la mia adolescenza, ho cercato di delineare anche gli aspetti “criminali” caratteristici della mia isola. Non ho la presunzione di colmare tutte le lacune sull’argomento né di aggiungere niente di già conosciuto. Fare un excursus sulla criminalità mi dà l’opportunità di introdurre nel discorso il sequestro del cantautore. Ed è la sua presenza in Sardegna, la sua quotidianità che mi piace mettere in evidenza. La Gallura, la lingua sarda utilizzata nelle canzoni, l’Agnata, le tappe dei concerti nell’isola. Il libro è strutturato secondo un play, che segue Fabrizio De André nelle poche tappe dei concerti sull’isola; un rewind che mette in luce il suo essere sardo tra i sardi, la vita di un uomo che smessi i panni del cantautore indossa quelli del contadino; uno stop che approfondisce la storia di Sardegna a partire dagli anni ‘70, quando grandi cambiamenti socio-economici coinvolgono l’intera popolazione sarda. E infine un forward che va oltre il tempo perché si concentra sulla musica di Fabrizio e sul legame sempre più stretto con la Sardegna“. (dall’introduzione di Raffaella Saba)

L’indice del volume
Prefazione
La Sardegna e la Barbagia
Play. L’ultimo concerto
Rewind. L’angolo al riparo dai venti
Stop 1975 – 1985
Gli anni di piombo tra povertà e fallimenti
L’organizzazione delle bande
Play. Il ritorno tra il pubblico
Rewind. Il sequestro, la liberazione e il processo
Stop 1985 – 1995
Le primule rosse e il blocco dei beni
I bambini in mano all’anonima
Play. L’anima sarda
Rewind. L’impegno politico: da Sardinna e Libertade a Is Arenas
Stop 1995 – 2005
L’ultimo sequestro ortodosso
I sequestri lampo
Un sequestro anomalo
Forward. Canzoni e collaborazioni
Documenti e bibliografia

Raffaella Saba Sarda d’origine, dopo diversi anni a Palermo, vive e lavora a Torino. Laureata in scienze politiche con una tesi sul banditismo sardo, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e periodici sulla vicenda del sequestro De André.