Descrizione
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Il rapporto che lega Bruce Springsteen al suo pubblico non ha eguali nella storia del rock, e si rileva in tutta la sua potenza negli oceanici concerti dal vivo in compagnia della E Street Band. Officiante di un rito musicale fondato sulla condivisione piena di quanto accade sopra e intorno al palco, Springsteen conquista con la forza del suo linguaggio e della sua inquietudine, della sua umanità ammalata di sogni perduti, padri assenti, promesse tradite. Come ha fatto questo ragazzo del New Jersey a diventare uno dei più grandi fenomeni – anche commerciali – del rock mondiale senza snaturare sé stesso e la sua musica? è a questa domanda che prova a rispondere – con grande trasporto – il libro di Luca Giudici, tra le pieghe di pubblico e privato.
“Springsteen sin dall’adolescenza ha mostrato di avere coscienza del rapporto unico con il medium che stava utilizzando. Ha ben chiaro che l’incontro tra lui e la musica ha generato un mix ineguagliabile, di cui la passione rappresenta il motore. Allontanato dalla musica sarebbe un uomo privato del suo principale canale di comunicazione con il prossimo. Sarebbe cieco, sordo e muto, incapace probabilmente di ogni altra forma di partecipazione. Per lui quindi trovare autenticità nell’espressione artistica è prima di ogni altra cosa una questione costitutiva della personalità. Una questione d’anima“.
Luca Giudici
Classe 1962, nato e cresciuto a Milano, laureato in filosofia della scienza alla Statale, vive oggi in Trentino. Oltre che filosofo e papà, è cultore di fantascienza letteraria e cinematografica, e in particolare delle sue espressioni più recenti, cyberpunk, new weird e distopiche. Appassionato di Bruce Springsteen da oltre quarant’anni, il suo approccio alla musica spazia da Puccini ai Soft Machine, passando per i Dead Kennedys.