Un contributo rigoroso di studio e ricerca sulla produzione testuale di un artista che ha conquistato consensi al di là delle generazioni e che continua ad accompagnarci con la sua voce e le sue parole - miracolosamente, poeticamente esatte.
Attraverso lanalisi attenta dei testi di tutte le sue canzoni, Andrea Podestà ci guida alla scoperta del mondo che Faber ha sognato, e traccia il profilo e il percorso di uno dei più grandi cantori della nostra epoca, considerato - a ragione - il vero poeta della canzone italiana contemporanea. Molte sono le pubblicazioni su De André, ma questo libro ha il merito di analizzare le sue canzoni con attenzione meticolosa e puntuale, di cogliere (e raccontare al lettore) quegli aspetti - linguistici e compositivi - che ne hanno contrassegnato lo stile inconfondibile, le influenze letterarie e culturali che lo hanno contaminato, seguendo la precisa cronologia della sua lunga e proficua produzione.
Il libro comprende una lunga intervista a Mauro Pagani, a lungo collaboratore di De André, e unappassionata intervista a Beppe Grillo, amico fraterno di Fabrizio, ed una ricca sezione dapparato con discografia, sitografia, fans club.
E difficile rimanere indifferenti di fronte alla figura di Fabrizio De André. Ha fatto scandalo la sua eccezionale coerenza di uomo, di poeta sempre dalla parte di chi viaggia in direzione ostinata e contraria / col suo marchio speciale di speciale disperazione, di anarchico convinto che la vera libertà degli uomini un giorno si realizzerà - anzi, si è già realizzata - nei diversi: prostitute, barboni, indiani dAmerica, zingari
E questa coerenza che ha colpito Andrea Podestà, 33 anni, genovese, insegnante di Lettere, autore del volume. Allievo del prof. Lorenzo Coveri - docente di Linguistica presso lUniversità di Genova e direttore della collana AminoaCiDi - Podestà ha anche realizzato uno studio sulluso del dialetto in De André pubblicato dalla rivista di italianistica Italiano oggi.
(dallintervista a Beppe Grillo)
... Il nostro successo viaggia in effetti controcorrente. Chi comprava i suoi dischi sapeva di seguire un cantante cult. (...) Chi seguiva i miei spettacoli in teatrini sperduti sapeva di ascoltare anche informazioni che da altre parti forse non avrebbe mai ascoltato. Sembravamo due personaggi da cospirazione, la nostra era una sorta di carboneria...
(dal testo di Andrea Podestà)
De André legge la storia dellumanità come perenne scontro dialettico fra il Potere - con tutti i suoi rappresentanti - e la gente comune - che il potere deve subire. In questo scontro luomo può accettare la sottomissione (alle regole, alle convenzioni imposte dalla maggioranza) o cercare di curare il proprio giardino creandosi una propria scala di valori e un proprio modo di vivere. Il Potere è come una figura reale (quasi un Leviathan di hobbesiana memoria). È il re che ruba la moglie al marchese; i farisei che mandano a morire Gesù; il generale di ventanni che fa trucidare una tribù indiana; il mercante borghese capace di dimenticare in fretta la morte del figlio. Difficile non restare imbrigliati nelle sue Leggi. Il primo che ci prova - e per questo viene considerato da De André il primo vero rivoluzionario - è Gesù Cristo. Combatte per luomo, per gli umili, gli straccioni; insegna a disertare ogni guerra; sembra porsi alla testa di tutto un esercito di derelitti, di prostitute (vero topos della sua poetica), di piccoli criminali. E proprio in queste anime salve, De André intravede la possibilità di salvezza.
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