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il libro / poesia |
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REIXE s. f. Radice e Radica: La parte, per mezzo della quale gli alberi e le altre piante si appigliano alla terra e ne traggono il lor principal nutrimento; dicesi anche Barba, ma essa è destinata ad indicare tutte le fibre mobili e pendenti delle piante, la lanugine dell'erbe e de' fiori. La rosa, l'ellera, ecc. hanno le barbe; il rovero, il corro, il frassino, l'olmo, ecc. hanno le radici. Radice, dicesi anche per similit. della Parte inferiore di più cose, come La radice de' denti, delle unghie, de' capelli e sim. Fig. come inizio, principio o cagione. [Giovanni Casaccia, Dizionario genovese italiano, 1876] |
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Ricordo che quando definii il genovese la mia “lingua padre” in una nota biografica, qualcuno si prese la briga di correggerlo pensando a un refuso. Ma è proprio così, il genovese mi è stato “inoculato” dal ramo paterno della famiglia, che parlava un polceverino pieno di vocaboli antichi e desueti. Qualcuno addirittura sbagliato, secondo i criteri generali della lingua ligure. E sì, non troverete scritto in questo libro il vero verissimo verissimissimo genovese, ma quello parlato in casa Pedemonte, con tutti suoi sguaroìn. Quando scrissi queste poesie, molte non erano state pensate per essere condivise con sconosciuti, quindi accomodatevi nel mio cuore, spero di essere sufficientemente ospitale e che vi sentiate accolti. [Bruna Pedemonte] |
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Co-o cheu appeiso comme un figgeu [sorpreiso.
Inti euggi ’na pittua c’a [core.
O viaggio o no l’è comensou
e za ghe son drento.
O m’arve o seu scrigno [d’argento
pe dâme o seu öo.
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Col cuore appeso
come un bambino [sorpreso.
Negli occhi un dipinto che [corre.
Il viaggio non è cominciato
e già ci sono dentro.
Mi apre il suo scrigno [d’argento
per darmi il suo oro. |
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l'autrice |
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Bruna Pedemonte
(1963)
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Nata in Valpolcevera a Borgo di Cremeno, nell’estrema periferia genovese, si è trasferita a Genova a quattro anni e mezzo, nel quartiere del Biscione. Scrive poesie sin da bambina: la prima è stata in genovese, all’età di circa dieci anni. Ha pubblicato qualche poesia in riviste poco distribuite e lette ancora meno. Dal 2015 tiene sul Secolo XIX la rubrica “Spegetti bleu”, pubblicata ogni sei-sette settimane sulla pagina Parlo Ciæo. Di sé stessa dice: “Sono ancora viva, e questo è tutt’altro che scontato”. |
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