Responsabilità quindi di chi fa teatro, di chi promuove teatro e non solo di chi riflette su di esso è prendere atto di una realtà fatta di compenetrazioni e liquidità, di scopi e possibilità.
Nella società in cui ci troviamo, nella quale il luogo fisico sembra quasi essere uscito dal nostro orizzonte percettivo, per divenire nuovamente per noi una specie di realtà sconosciuta possiamo, e dobbiamo, ritrovare in esso quelle possibilità nuove e necessarie di riscoperta e di significazione che ci sono così care e necessarie.
Possibilità di interazione tra l’uomo e il suo mondo che solo il teatro, come strumento di conoscenza in grado di coinvolgere allo stesso tempo mente, sensi e intelletto; memoria, e azione sociale, è in grado forse più della filosofia o della poesia stessa di generare. |
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