Quest’antologia contiene L’officina delle parole, una silloge inedita di Angelo Veltre, vincitore – con la poesia Ora che vai in cucina – del Premio Fabrizio De André “Parlare Musica” 2008, e le poesie degli undici autori finalisti: Alfonso Angrisani, Alessandra Carnevali, Carlo Colacchi, Francesco D’Aleo, Barbara Dardanelli, Luigi Laino, Dionisio Moretti, Gerardo Pozzi, Gianni Rodo, Luca Viviani, Liliana Zinetti. Voci che emergono da generazioni, esperienze, formazioni e realtà diverse.
Ora che vai in cucina di Angelo Veltre colpisce per il piglio con cui è reso uno di quei maremoti esistenziali domestici che riverbera sin negli oggetti. Non apriremo più zuccheriere senza timore di scorgervi nascoste verità...
La poesia serve per “smascherare il ballo delle vanità”, come scrive Alfonso Angrisani, per affrontare temi del nostro presente, come in Caronte di Gianni Rodo, per dire il disagio che ci attornia (La mamma non si muove di Gerardo Pozzi, Sia perché è di Barbara Dardanelli, E ora che
hanno vendemmiato i tuoi capelli di Luigi Laino) o quello che s’agita nell’anima (2005 di Alessandra Carnevali, Le ragioni del dubbio di Carlo Colacchi, Di certe notti inghiotti la saliva di Luca Viviani).
L’attenzione ai mali, ai dolori e alle assurde situazioni della vita trova un momento di ironica baldanza ne La canzone di Patapùm di Dioniso Moretti e una pausa di riflessione nella poesia Sappiamo l’autunno, eppure... di Viviana Zinetti. Infine, Francesco D’Aleo, nella sua Passeggiata notturna, invitaa guardare oltre, a ridimensionarci, a percepire il “menestrello” che echeggia nel soffio siderale “fragrante d’immenso”.
Ben venga dunque la libera avventura della parola in ricordo di Fabrizio De André.
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