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il libro / narrativa |
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Maremma sangue. La vera storia di Dante Busonero detto “Inferno” è un racconto ispirato alla “murder ballad” che chiude l’ultimo album di Luca Faggella, Ghisola (Goodfellas, 2010). La storia di un bracciante maremmano, ambientata nella cruda terra toscana di fine Ottocento, che si vendica del proprio destino di miseria e desolazione - che lo colpirà profondamente negli affetti più cari - con il brigantaggio.
Il cantautore livornese - compositore, attore, qui al suo debutto da scrittore - rende un omaggio alla terra delle origini, al passato di povertà e riscossa del quale è figlio, ribelle e non allineato.
Ma l'occasione, per Luca, è anche quella di fare il punto sulla sua scrittura. Nel volume sono contenute anche “Tredici Poesie” e tutti i testi delle sue canzoni, dall’inizio della carriera: immagini, evocazioni, testi asciutti e taglienti. Le canzoni stesse altro non sono che poesie in musica. In questa “opera prima” si rivelano dunque personalità e stile di un autore che, insieme ad altri e altre livornesi, ha raccolto l'eredità di quel grande artista ch'è stato Piero Ciampi.
“Maremma sangue ci suggerisce una domanda, un dubbio, una lacerazione soffusa e netta. Che cosa significa la non appartenenza? Come si vive da non inclusi? L’esclusione è una condanna, una rinuncia, una scelta? È una soluzione? (...) Maremma sangue racconta le due condizioni: quella dell’escluso conclamato, del bandito e quella del non-incluso, dell’uomo che osserva, pensa e dubita. Perché l’artista, qualunque sia la sua arte, ha bisogno di concetti. Le emozioni sono entità concettuali, si esprimono in conseguenza di un vissuto, di una partecipazione. (...) L’artista è un eretico, perché etimologicamente eresia vuol dire scegliere. Il componente accetta, l’individuo sceglie. Il bandito sceglie. L’artista è un bandito? Lo è Luca Faggella?”.
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l'autore |
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Luca Faggella
(Livorno, 8 aprile 1964) |
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Compositore e autore, considerato “l’unico crooner” e chansonnier italiano. La musica come scelta e progetto di vita arriva nel 1996, quando mette in scena "Faggella canta Ciampi", spettacolo che lo propone sulla scena nazionale attraverso l’interpretazione di un grande classico “maledetto”: Piero Ciampi, punto di riferimento (soprattutto poetico) fondamentale per Luca Faggella, con Ian Curtis e Jacques Brel.
Dal 1998 inizia a proporsi come autore con un concerto (“Mezmerism”) ispirato alle tradizioni musicali ebraiche, sia yiddish che sefardite, rielaborate come energiche sferzate di “etno-dark”. Nel 2002 pubblica l’album fondato su questo lavoro, intitolato Tredici canti per il quale riceve il Premio Tenco/SIAE come “miglior autore emergente”. Nel 2004 cambia rotta con Fetish, proponendosi nella veste inconsueta di chansonnier dark, ispirandosi chiaramente alla scena musicale ’77-’79 (Joy Division, Pére Ubu, Virgin Prunes). L’album dal vivo Questa notte suona forte, tutto bene (2007) lo pone ancora all’attenzione della critica mettendo “nero su bianco” le sue potenzialità come “animale di scena”. Tre anni dopo Ghisola si impone come il suo miglior lavoro: disco essenziale, elegante, con la voce in primo piano e la produzione molto accurata di Giorgio Baldi.
Nel 2009 e 2010 riceve la Targa Leo Ferré dedicata prima a Jacques Brel, l’anno seguente a Piero Ciampi, come loro buon interprete e “erede” della tradizione rinnovata degli chansonniers.
Come attore, Faggella è stato diretto da Michelangelo Ricci, interpretando Jarry (Ubu Re), Beckett (Finale di Partita) e Borges (La biblioteca di Babele), da Massimo Luconi (Bianciardi/Ciampi), e Maria Teresa Pintus in Poesia ‘70 , spettacolo-reading su testi di Pasolini, Caproni, Bellezza e altri.
Maremma sangue è il suo primo libro.
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