Ogni pagina di libro contiene infiniti mondi. Leggere è come seguire una rotta più o meno familiare attraverso spazi di significato mai del tutto esauriti. La poesia chiede uno sforzo maggiore rispetto agli altri testi: i segni che la compongono sono insufficienti perché il lettore si faccia l’idea di un mondo intero. Una poesia non conduce a pianure: ci mostra vertigini, epifanie. Perciò va masticata ed esplorata fino a conoscere anche il sapore di quello che non dice. Questa raffigurazione di un mondo attraverso un’unità densa e breve è essenziale per la poesia, ne garantisce il carattere liberatorio. Costringe il lettore a partecipare al significato, a usare la libertà di movimento che il testo gli accorda (di cui a volte lo prega). Leggere poesia è come svolgere un nodo o tracciare contorni di nuovi continenti. Necessita di un punto di partenza e di una meta. Richiede l’abilità “passiva” di sentire fino a confondersi col testo e quella “attiva” d’essere partecipe all’evocazione.
Il libro di Luca Vaglio si presta a questo modo di intendere la poesia. Il viaggio è un motivo che pervade la raccolta dal centro alla periferia, dalle basi tematiche fino agli spunti d’occasione. Il discorso poetico insegue una deriva dello spirito, in cui ciascun momento discreto è visita di un paesaggio prima sconosciuto. Leggendo La memoria della felicità di Luca Vaglio si ha subito l’impressione di percorrere un territorio inesplorato: la raccolta rivela la sua natura sperimentale, sia nei significati che nelle scelte espressive. La scommessa di quest’esordio poetico è la traduzione in versi di un itinerario spirituale, perseguita con un lavoro minuzioso sulle immagini, in modo che densità e dimensioni siano regolate con cura. (dalla postfazione di Lorenzo Cardilli)
Alcune poesie tratte dal libro:
Occhi fuori campo
Guardano la morte del tempo
I resti del pensiero
Superano i confini del cosmo
L’io rompe gli argini della psiche
Parole senza voce
Portano più su il tetto umbratile
Delle cose che si vogliono vedere
Di nuovo luce chiara
Abbraccia le memorie ribelli
Baltic art gallery
Newcastle
Nuvole bianche, spesse
Città di domenica
Camminare
Strade vuote
Sculture, quadri, film
Luminosi
L’aldilà dello spirito
È un angolo della memoria
L’esplosione sorda della vita
Sta tutta nel cuore
Overdose di libertà
Cambiare la casa del cuore
Non è quasi mai facile
Dopo la lunga vertigine
Conviene scendere alla vita
L’altrove del tempo
Restituisce una moneta infinita
Con cui si paga il prezzo
Di ogni dimenticanza
Isola
Immaginare una borsa di tela
Vecchia e grande di pensiero evaso
Poi tre sedie di una camera quasi
Buia nascosta in un probabile Nord
E sulla soglia rimanenze d’ombra
Unite da onde di luce distesa
E fioca di lampada; posso andare
Fuori dal guscio duro della paura
Per viali densi di vento e di odore
Di pino che uomini magri e alti
Traversano, vedere donne bere
Sidro e parlare con loro: viaggiare
E dimenticare il senso del vero
Barriera alla vita, traccia di nulla
Liberando chiaro amore del freddo
Nudo d’amore
Squaderna il giorno
Dove uomini bambini
Non hanno paura
E chiamano gesti puri
Sul confine della vita reale |