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il libro / poesia |
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GRAVE
di Alberto Cellotto
Con una nota introduttiva
di Fabio Franzin
ZONA 2008
pp. 88 - EURO 10
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Ecco, pensiamo, per un attimo, che le parole che compongono i versi di questa raccolta poetica siano dei sassi; sassi che, ab origine, furono massi, crolli di cime a seguito di frane o erosioni; pietrame che l’acqua trascina e modella nel corso tortuoso dei torrenti, dei fiumi, e che poi, nelle anse di questi letti, o perché in quei tratti il corso si fa asciutto, scompare sotterraneo, forma greti, le grave appunto, ampie distese di ciottoli.
(dalla nota introduttiva di Fabio Franzin)
Argine del Piave. Ex zona militare
Passano le feste, loro
e assieme noi.
Davanti agli occhi
ho due volte al giorno
un magredo come una
savana con le montagne lontane.
Sono vere le montagne, poche
cose con loro.
Viola sulla polveriera
dismessa.
Se una foglia cade
la seguo in piano
e giuro che non è la solitudine. Ma
chiedersi cosa fanno
oggi ancora
scimmie e sassi in sogno.
Forse una questione
di lavoro, di tecnica
per difendere il tramonto,
se con la luce
le ultime azioni del giorno
mimano proprio questo:
che dopo non ci sarà più niente,
solo una sera e il nostro sonno.
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l'autore |
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Alberto Cellotto
(Treviso, 1978)
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Ha pubblicato il libro di poesie Vicine scadenze (ZONA, 2004, premiato nell’ambito del festival Pordenonelegge lo stesso anno). Nel 2007 ha tradotto il romanzo Duluth di Gore Vidal per l’editore Fazi.È redattore di daemon–libri e culture artistiche. |
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