Una Genova così non lavete ancora vista. Questa guida (una guida a perdersi, secondo lautore) vi porta in giro da Ponente a Levante, dal mare e su per le ripide strade che scalano i monti, a caccia dei luoghi immortalati nelle canzoni di Paoli, De André, Bindi, Tenco, Lauzi, Fossati (la grande scuola genovese) o dei loro più giovani eredi: Francesco Baccini, Max Manfredi, Claudia Pastorino, Fabrizio Casalino e molti altri... Scoprirete così caruggi, creüze, piazze, gli angoli più magici o nascosti della città, in una luce del tutto diversa, e che siate un turista in cerca di nuove emozioni o solo un residente curioso, il fascino della Superba conquisterà anche voi. Marzio Angiolani disegna una mappa musicale di Genova unica, poetica, emozionante, e non ci fa mancare un ricco corredo di informazioni utili, per il tempo libero, per mangiare, dormire, bere bene e - naturalmente - ascoltare buona musica dal vivo. Le Visite guidate di Federica Bocci contrappuntano questitinerario singolare, per scoprire - come si conviene a una vera guida turistica - i luoghi dellarte ufficiale.
La vecchia soffitta dove scorrazzava La gatta di Gino Paoli era come molti sanno la prima, piccola casa da sposato, a Genova, di quel giovane grafico pubblicitario che suonava la chitarra e si divertiva a comporre canzoni con gli amici. Oggi Paoli vive poco lontano, a Nervi, ma quella finestra a un passo dal cielo blu, oltre che nei nostri ricordi, è ancora là. Sulla spiaggia di ciottoli di Boccadasse, dove riposano i gozzi di legno più affaticati e improbabili e dove si può mangiare uno dei migliori gelati della città o trovare ristoranti costosi con terrazze che tolgono il fiato. Una spiaggia che è il ricordo di un mondo che finiva in mare, e di un mare che resta a far compagnia tutte le notti.
Così Marzio Angiolani, giovane studioso della canzone italiana, racconta questo luogo sospeso nel tempo, una guida insolita, che ci porta in giro per la Capitale Europea della Cultura 2004 sulle note delle sue canzoni, a caccia dei luoghi immortalati nei grandi successi di Paoli, De André, Bindi, Tenco, Lauzi, Fossati, dei cantautori più giovani o anche di altri artisti non liguri. Come il veneto Massimo Bubola che, a lungo collaboratore di De André, racconta in Camice rosse la spedizione dei Mille da Quarto. O il piemontese Paolo Conte, che in Genova per noi racconta invece la doppia anima, dacqua e terrestre, di una città forse un po selvatica.
Per fare un esempio, seguiamo un itinerario quasi obbligato, quello che dal Porto Antico, passando da Piazza Caricamento e poi tra gli odori e i vapori delle friggitorie e focaccerie di Sottoripa, porta in Via del Campo, la via della graziosa, occhi grandi color di foglia. Il Comune di Genova lha eletta strada della musica, e proprio là ha sede il famoso e originalissimo museo di memorabilia dedicato a Fabrizio De André. Dischi, copertine, manifesti, articoli e recensioni, foto, libri, incisioni introvabili, la storica chitarra del Faber, financo le pagelle di scuola: tutto raccolto e conservato dallamico dinfanzia Gianni Tassio, omino tondo e genuinamente zenéise, capace di intrattenervi per ore con i suoi aneddoti, ricordi, storielle, una vera miniera. Le strade, le piazze, i caruggi, le creüze, i luoghi più magici o nascosti della città si legano così alle parole di canzoni amatissime. Passo a passo, e grazie a un linguaggio ricco di colori e d'immagini, Marzio Angiolani disegna una mappa inedita e suggestiva della città, non facendoci mancare un ricco corredo di informazioni utili, per mangiare e bere bene e (naturalmente!) ascoltare buona musica. Come allOstàia de Banchi, in Piazza Banchi, la più antica osteria di Genova dove Gigi Picetti studia gli alcolici con limpegno del filologo e la passione dellalchimista, dove si dice che il giovane Garibaldi finì vittima di una rissa alla vigilia di uninsurrezione e dove oggi simprovvisano spettacoli e concerti (da qui è passato anche Moni Ovadia). O al Merry Wine di Vico della Neve, dove Federico Manetta, tra il banco e la vetrinetta dei formaggi, lascia suonare chi ne ha voglia, in una scenografia degna delle migliori commedie di Gilberto Govi.
La canzone è lespressione migliore dellanima di Genova, più vicina alla Grecia e al Marocco che alla Lombardia, più legata ai porti della Sicilia e della Spagna che alle montagne del Piemonte, impastata di suoni e di odori nati tra la Turchia e le colonne dErcole, o qualche passo più in là, dove il Portogallo guarda lAtlantico e le terre nuove. Pensate: Paoli, Tenco, Lauzi, i fratelli Reverberi - e anche Paolo Villaggio, che con la musica non c'entra ma è certo un genovese doc - sono tutti nati alla Foce, il quartiere sul mare oggi dominato dalla Fiera. Quello di cui Umberto Bindi cantava: Sai, da giovane è facile, poi diventa difficile/ si diventa cinici, pigri e malinconici:/ non si sa più se val la pena di lasciarsi andare/ come il mare, come il mare
/ Ma dentro di me so che tornerò/ alla spiaggia della Foce quando tornan le lampare:/ sarò tra i pesci che avran tirato su,/ rinchiuso tra le loro reti gettate nel più profondo mare
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Il volume è corredato dalle "Visite guidate" di Federica Bocci, interventi sui percorsi cittadini più interessanti dal punto di vista storico-architettonico. Le immagini sono di Augusto Forin, artista, fotografo e cantautore egli stesso.
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